Trump: deglobalizzazione, ritorno dell'inflazione e fine dell'€uro

Al compagno Donald tutto si può contestare, tranne la mancanza di coerenza nell'applicazione del suo programma elettorale. Ci interessa qui approfondire le implicazioni del "America first". La prima e più importante conseguenza appare evidente: l'inizio della deglobalizzazione.
Come? Disdetta unilaterale degli accordi, da quelli commerciali (NAFTA et similia) a quelli surreali ("lotta ai cambiamenti climatici"), stimoli al rientro dei capitali e tagli fiscali alle corporations, atti ostili verso "la manifattura del mondo", cioè  Cina e paesi limitrofi, imposizione di dazi. Ultimo, ma non meno importante: benedizione della Brexit e contestuale revoca dell'appoggio politico all'€uromostro. Tutto questo, si badi bene, ad opera della prima economia mondiale che, incidentalmente, è anche il principale importatore/consumatore del pianeta (trade deficit pari a $ 500 mld!). La svolta imposta da Trump è dunque epocale. Ricordiamo infatti che gli USA, fin dal secondo dopoguerra, hanno fermamente perseguito la globalizzazione (del loro potere). In principio fu il Piano Marshall. Questo ebbe un fine principalmente politico: si voleva infatti costituire un blocco di paesi europei, "foraggiati" e dunque subalterni, da opporre al mostro sovietico. La sua naturale evoluzione, voluta ancora una volta dagli USA, è stato l'euro, che della globalizzazione è il più estremo, devastante e fallimentare degli esperimenti. Appare chiaro come, senza l'appoggio degli USA, questa aberrazione valutaria sia destinata ad implodere, con il ritorno alla indipendenza economica e monetaria dei paesi membri.
Facciamo ora un passo indietro. Tutti d'accordo sul fatto che la globalizzazione (così come l'attuale invasione barbarica dell'Europa...) sia stata una precisa scelta politica e non un evento "naturale", "inevitabile", frutto di una specie di "necessità storica" incontrovertibile? Bene! Allora, si tratta di capire quali fossero gli obiettivi perseguiti, attraverso di essa, dalla oligarchia finanziaria mondiale (quella che si nasconde dietro le varie trilaterali e Bilderberg, tanto per intenderci). In primis, sostituire la "costosa" manodopera delle nazioni ricche ed evolute con quella gentilmente fornita dai paesi emergenti (Cina ed estremo oriente in primis, ma anche, nord Africa, sud America, est Europa ecc. ecc.). Parliamo di masse sconfinate di schiavi sottopagati, che hanno permesso di ridurre ai minimi termini i costi di produzione. 
Ed ecco, come per magia, spiegata la ormai ventennale disinflazione che il mondo sviluppato sta sperimentando (ma la Fed ancora finge di sorprendersi...). La data convenzionale di inizio della globalizzazione selvaggia e mercantilista si può far risalire al gennaio 1995, con la nascita del WTO. Questo accordo, sancendo la fine delle barriere doganali, ammetteva ufficialmente paesi come la Cina nel gran consesso del mercato libero...
Ed eccoci arrivati alla madre di tutte le domande: perchè mai "loro" hanno voluto la globalizzazione e, quindi, la disinflazione?" Beh, non è difficile:  crollo dei costi di produzione (ed aumento dei profitti) > disinflazione prolungata > calo strutturale dei tassi di interesse per oltre due decenni  >  bull market di intensità e durata senza precedenti per tutte le forme di investimento (azioni, obbligazioni, immobili, oro, arte...) = colossale trasferimento di ricchezza, su scala mondiale, dal lavoro (disoccupati in occidente, schiavi sottopagati in oriente) al capitale, con profitti incalcolabili per le elite industriali e finanziarie autrici del progetto...
Ma ad un certo punto, in questo meccanismo perfetto, irrompe il compagno Donald con "America First", ed è l'inizio della fine! L'inflazione, combattuta come la peste fino ai primi anni '90, poi debellata, infine rimpianta e falsamente agognata dalle banche centrali...riapparirà magicamente! A partire dagli USA, infatti, certe produzioni torneranno gradualmente ai loro paesi d'origine e quindi costeranno di più. La stessa Europa, stimolata dell'esempio di Trump, vedrà crescere la rivolta anti €uro dei membri UE  diversamente teutonici, portando "l'alieno" alla definitiva implosione. Anche questi paesi, grazie alla ritrovata flessibilità del cambio, potranno quindi riportare al proprio interno alcune produzioni, tornando così a creare occupazione e ricchezza. E per Germagna e paesi "emersi", come si mette? Mala tempora currunt! Ma anche gli Stati molto indebitati (USA in primis, non a caso) potranno salutare con moderata gioia il ritorno dell'inflazione. Più o meno tutti, infatti, sono usciti dalla grande crisi del 2008/9 con bilanci pubblici devastati. Chi per salvare le proprie banche, come gli USA, chi per salvare quelle degli altri, come l'Italia, chi semplicemente per effetto della recessione. Bene! Qual'è, da sempre, l'unico metodo per abbattere il valore reale dei debiti pubblici? Eh si, proprio una bella inflazione!
A corollario di tutti questi benefici, va purtroppo segnalato un danno collaterale di non poco conto: dopo oltre vent'anni di bull market globale (azioni, obbligazioni e....tutto il resto) garantito esclusivamente dalla spirale disinflazione/tassi calanti, potremmo ora assistere ad un fenomeno di lungo periodo uguale e contrario: inflazione/tassi crescenti, con una contestuale "deflazione" delle attività finanziarie. Questo significherebbe anni di vacche magre per i mercati, forse addirittura una sorta di "era glaciale"! E, partendo dal culmine della più grande bolla della storia, di strada da percorrere al ribasso ne abbiamo davvero tanta...

Commenti

  1. Avevo intuito che c'era qualcosa di profondamente artefatto e pilotato sui mercati finanziari. La tua analisi mi ha aiutato ad unire i puntini. Complimenti

    Giovanni

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  2. Grazie Giovanni. Proprio questo vorrebbe essere il compito del blog: smascherare le piccole/grandi falsificazioni della realtà che ci vengono rifilate quotidianamente Felice di dare il mio contributo!

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  3. Non condivido proprio tutto quanto scritto, ma ci sono molti spunti di riflessione e analisi intelligenti, va dato atto all’autore di avere una visione chiara e coerente, diversa ed autonoma rispetto al “pensiero unico”, continuerò a seguire. Maurizio

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    1. Grazie Maurizio. Mi fa molto piacere che sia apprezzata la costruzione logica degli argomenti.Poi, certamente, si possono non condividere certi punti di vista

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  4. Grande pezzo. Complimenti!

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  5. sei molto preparato ma a mio avviso eccessivamente negativo.

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    1. I termini "positivo" e "negativo" sono molto abusati in questa nostra epoca, che ha eletto "la positività" come nuovo totem da adorare a qualunque costo. Io sono laico ed ammiro doti un po più rare: il realismo,ad esempio

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  6. Chiave di lettura molto chiara e con una logica sottostante ben definita. Pur non condividendo in toto quanto scritto penso che sia uno scenario probabile, forse un po' catastrofico ma il rischio è che si vada in questa direzione. Una voce fuori dal coro che offre spunti di riflessione realistici.

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    1. Grazie Daniele. Il problema del coro è che assomiglia quasi sempre al canto delle sirene...sappiamo poi come va a finire chi lo ascolta...

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  7. beh mi sembra un'analisi molto interessante...sullo scoppio della bolla speriamo non sia troppo devastante...

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    1. Grazie Gio
      Speriamo...ma soprattutto, da consulenti, costruiamo il bunker antiatomico...

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  8. Grazie Polliceverso per questo blog indipendente. Non sono un esperto dei temi che affronti. Tuttavia condivido la necessità di una società pluralistica e soprattutto in cui l'informazione non sia strumento del potere. Mi permetto di segnalare Falso!: Le promesse dei politici e i conti che non tornano di Roberto Perotti che in sole 100 paginette smaschera molte altre false informazioni in circolazione. Buon lavoro.

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    1. Grazie a te per l'incoraggiamento! Conosco Perotti. Mi sembra uno studioso onesto ed una persona trasparente. Lo stesso non si può dire di un altro bocconiano come Monti, collaborazionista della troika e nemico degli italiani...

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